Omelia 12 novembre 2021 – III sessione Assemblea sinodale

Omelia 12 novembre 2021 – III sessione Assemblea sinodale

Un giorno salì su una barca con i suoi discepoli e disse: «Passiamo all’altra riva del lago». Presero il largo. Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Un turbine di vento si abbattè sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo. Accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: «Maestro, maestro, siamo perduti!». E lui, destatosi, sgridò il vento e i flutti minacciosi; essi cessarono e si fece bonaccia. Allora disse loro: «Dov’è la vostra fede?». Essi intimoriti e meravigliati si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui che dà ordini ai venti e all’acqua e gli obbediscono?». (Lc 8,22-25)

Più volte Gesù con i suoi discepoli aveva attraversato il lago in barca. Tra i suoi, alcuni erano pescatori e conoscevano bene il pericolo locale di quel lago di origine vulcanica. Faceva una sacca nella depressione e, spesso, si abbattevano e si abbattono tutt’ora improvvise e violente tempeste di vento.

I discepoli avevano già trascorso un po’ di tempo con il Maestro, avevano ascoltato il Signore, lo avevano visto all’opera ed erano stati testimoni di miracoli. Erano affascinati da Gesù ma mancava loro qualcosa e nel pericolo si sentono smarriti, hanno paura.

Una situazione simile a quella che stiamo vivendo noi. Abbiamo tra le mani i vangeli, siamo al corrente dell’agire dello Spirito nella storia; nei secoli più volte Dio è intervenuto per risollevare la Chiesa, i modelli di santità e di affidamento incondizionato a Dio non mancano, le storie delle nostre diocesi sono segnate da testimonianze di veri uomini e donne di fede. Eppure non ci basta. Continuiamo ad aver paura e ci sentiamo insicuri: per noi risuonano le parole di Gesù “Dov’è la vostra fede?”.

Anche noi, insieme alle nostre comunità, corriamo il rischio di smarrirci. E qui emerge la nostra fragilità, anche la fragilità della nostra fede. Anche in questi mesi abbiamo sperimentato quanto sia difficile interrogarci su cosa crediamo e in chi crediamo. Tutto questo non è affatto scontato ed emerge così l’esigenza di fermarci, di interrogarci continuamente, di vigilare sulla nostra fede.

Essere Chiesa, sentirci convocati e radunati qui dal Signore, lasciarci interpellare da lui, aprirci al dialogo coltivando relazioni aperte a tutti, la costanza della preghiera personale e comunitaria provando a vivere bene il Vangelo… ecco alcuni strumenti per non venir meno.

La meraviglia e lo stupore degli Apostoli li porta e ci porta a spalancare gli occhi sul Signore che continua a compiere meraviglie proprio in mezzo a noi! Forse ci siamo abituati di fronte a questo agire di Dio e lo diamo per scontato. Ci aiuti il Signore a non fermarci mai, a stupirci e a regalare entusiasmo e serenità a quanti incontriamo sul nostro cammino.

 

+ Piero Delbosco

vescovo di Cuneo e di Fossano