Cuneo e Fossano, il Sinodo dell’unità

LA PRIMA CELEBRAZIONE IL 28 MAGGIO

Cuneo e Fossano, il Sinodo dell’unità

Al centro, il tema del cambiamento. Parla Delbosco il vescovo delle due diocesi piemontesi

CHIARA GENISIO

Una grande spinta al cambiamento e all’unità. Entra nel vivo il Sinodo di Cuneo e di Fossano, fortemente desiderato dal vescovo, monsignor Piero Delbosco, «perché anche la Chiesa sente la sollecitazione dei cambiamenti in corso e dei grandi interrogativi che la pandemia ha innescato ed è convinta di poter contribuire alla ripresa della vita sociale offrendo risorse di speranza». Lo ha ricordato ieri a Cuneo durante la presentazione dell’avvio del percorso di ascolto e confronto all’interno delle due diocesi, incamminate verso l’unificazione. Un disegno di accorpamento, non di annessione, iniziato da anni. È dal 1999 che condividono lo stesso vescovo, il primo è stato Natalino Pescarolo, poi Giuseppe Cavallotto e dal 2015 Piero Delbosco. Il vescovo ha sottolineato la necessità di «rinnovarsi sul piano delle strutture e delle mentalità». Per questo è stato indetto il Sinodo, «si vuole ripensare in radice – ha detto – la presenza della comunità cristiana sul territorio, alla luce del cambiamento d’epoca che stiamo attraversando. Si ritiene che cristiani e le loro comunità possano essere soggetti di umanizzazione nell’epoca contemporanea, partendo dalla fede in Cristo e mostrando un volto rinnovato delle comunità cristiane». Un Sinodo quindi per suscitare nuovo interesse per la Chiesa locale, nuova passione ed entusiasmo, voglia di credere ancora o almeno di prendere sul serio la fede. «Su questa base di speranza e di dialogo tra fedeli e pastori – ha precisato Delbosco – sarà più facile procedere nelle decisioni pastorali, in particolare, mettere insieme le risorse umane e le istituzioni ecclesiali, creare un’unica diocesi, nuova nello Spirito, derivata dalle attuali. Sul territorio sarà più facile realizzare delle unità pastorali vive, che possano animare la vita cristiana: le liturgie, la trasmissione della fede, la testimonianza della carità, la cura del patrimonio culturale».

Le due diocesi contano 115 parrocchie, i parroci sono 52, oltre la metà dei preti ha più di 70 anni. «Le parrocchie godono ancora di stima e apprezzamento – ha evidenziato il vicario generale di Fossano, don Pierangelo Chiaramello – là dove si impegnano soprattutto per i ragazzi e in particolare per i giovani. La capacità delle comunità di attivare partecipazione e cammini di fede incontra molte difficoltà, perché la fede è vissuta in modo molto individuale. È debole in genere la richiesta di approfondimento teologico-culturale per la fede. Le famiglie sentono la fatica di essere luoghi in cui trasmettere la fede e le comunità parrocchiali non riescono ad aiutarle fino in fondo. È in

calo la presenza di giovani e adulti, ma non mancano parrocchie con esperienze e cammini di fede importanti ». Il Sinodo si concluderà con un libro sinodale scritto dal vescovo e consegnato a tutte le comunità. «In esso – ha anticipato il vicario generale di Cuneo, don Giuseppe Pellegrino – verranno dati orientamenti per il futuro, recependo il frutto del dialogo avvenuto nelle assemblee. Tuttavia, il cammino sinodale non finirà con un libro. La speranza è che possa continuare nella vita ordinaria della Chiesa, diventando sempre di più il metodo ordinario con cui condividere l’ascolto». La prima convocazione dell’Assemblea sinodale è prevista nella Cattedrale di Cuneo venerdì 28 maggio 2021 alle 20 per una celebrazione della Parola.